breve anzi brevissima analisi della parola carattere

· leonardo

Oggi mi sono imbattuto nell’etimologia della parola “carattere” e lo ritenuta interessante, quindi eccola qui L’etimologia della parola “carattere” affonda le sue radici nel mondo della stampa su carta, nell’ambito tipografico, infatti, il “carattere” indicava originariamente il singolo stampo di una lettera dell’alfabeto. Ogni carattere era un’entità distinta, forgiata dagli artigiani per creare testi stampati. Ad esempio, la lettera “L” maiuscola era un carattere diverso dalla “l” minuscola o dalla sua versione in corsivo. Questi caratteri rappresentavano, in sostanza, gli “stili” delle singole lettere, ciascuno con la propria forma ed unici. Gli artigiani fondevano il metallo per creare i singoli caratteri, poi li disponevano manualmente su una matrice per formare parole e frasi, infine la matrice veniva inchiostrata e pressata contro la carta, trasferendo così l’immagine dei caratteri e creando la pagina stampata. Questa tecnica, nota come stampa a caratteri mobili, rivoluzionò la diffusione del sapere in Europa a partire dal XV secolo, quando Johannes Gutenberg perfezionò il sistema. La possibilità di riutilizzare i singoli caratteri in combinazioni diverse rese la produzione di libri più rapida ed economica rispetto alla copiatura manuale. Da questo contesto tecnico, il termine “carattere” ha subito un’evoluzione semantica e l’idea di impronta unica e distintiva si è estesa alla sfera umana. Il “carattere” di una persona è venuto a indicare la sua impronta personale cioè l’insieme di tratti distintivi che la contraddistinguono: così come ogni carattere tipografico ha la sua forma unica e riconoscibile, anche ogni individuo possiede un insieme di qualità, attitudini e comportamenti singolari che lasciano un’impressione più o meno duratura sugli altri, proprio come i caratteri tipografici lasciano la loro impronta sulla carta.