contro la crescita 2

· leonardo

una volta che ti ritrovi consapevole nel buco, é probabile che tu ti renda conto che non ti interessa piú far ‘carriera’, che il percorso che hai iniziato non é coerente con la tua indole, con il tuo essere, ma ti rende anche conto che saltare in superficie non é poi cosí facile, perché il lavoro ti sta dando una cosa che ora che hai 30 anni per te è importante: la stabilità. Per stabilità intendo un equilibrio economico per il quale la persona riesce a sentirsi tranquilla e sicura: pagarsi le bollette, permettersi un’affitto, una vacanza e così via. Questa che ho descritto è la situazione della maggior parte degli adulti. Il buco ci permette di vivere serenamente e di essere soddisfatti (soffidatti in che senso?). Questa serenità è un motivo in più per restare all’interno dell’azienda alla quale ormai siamo legati. Ma non è finita qui, le aziende sanno che trattare bene le persone, a lungo termine, è vantaggioso, questo perché, per esempio, il costo di assumere e formare una persona nuova è generalmente molto superiore al costo di mantenere e sviluppare un dipendente già in azienda, ed ecco che entrano in gioco i benefits e welfare. I benefit aziendali sono una cosa moderna: sono sono attenzioni in più per il lavoratore: dottore pagato, benzina pagata e cosi via. Insomma per noi è ancora più difficile cambiare azienda: non é più solo lo stipendio a garantirci la serenità, ma anche i benefit. Ma non é finita qui, nuovamente. Le aziende stanno introducendo i ‘valori aziendali’ e il concetto di ‘famiglia’, e ora ci tengono particolarmente che le persone diventino amiche tra loro. Questa tendenza si manifesta in diversi modi, per esempio attraverso il ’team building’ ed ’eventi aziendali’. Questa strategia mira a creare un ambiente di lavoro più piacevole e coeso, con l’idea che dipendenti che si sentono parte di una “famiglia” aziendale e che hanno legami di amicizia con i colleghi saranno più motivati, produttivi e meno inclini a lasciare l’azienda. Ci tengo a sottolineare che queste iniziative sono positive per le persone, ma voglio evidenziare che, dal mio punto di vista, sono fatte prima per il benessere dell’azienda e poi per quello della persona. Un’altra precisazione che voglio fare é quella sul concetto di ‘famiglia’, sopracitato. Sembra, sempre di piú, che le aziende vogliano ’estendere’ (o forse é piú corretto dire, cambiare), il concetto di famiglia. Il concetto di famiglia sta subendo diverse variazioni, basti pensare alle diversitá tra ‘famiglia normativa’ e ‘famiglia affettiva’, ma qui, a mio avviso, si sta snaturando, diventanto un sinonimo di ‘insieme di persone o cose legate dai valori e competenze aziendali’. Cosa ne resta dei valori personali, dei sentimenti e dei legami affettivi, che invece sono inclusi in altre definizioni di ‘famiglia’ (come nel caso di famiglia affettiva)? Se potessimo semplificare la nostra vita secondo la teoria della work-life balance, il nostro benessere é direttamente dato da questi 5 concetti: famiglia, amici, lavoro, hobby e salute. Capiamo che, se accettiamo questa teoria come vera, l’azienda ora, non é piú uno sui 5 punti, ma riesce a conquistare anche l’amicizia e, nei peggiori dei casi, sia ‘amicizia’ che ‘famiglia’. In conclusione, la stabilitá data dall’azienda, non si ferma piú al lavoro e benefits, ma si estende ampiamente nella vita privata dell’individuo rendendolo sempre piú dipendente e vicino a sé. Ma cosa ne resta dei nostri sogni, desideri e della nostra espressione? Bisogna combattere per manterere l’espressione di sé, per non dissolversi, per non perdersi.